


Ristampa: Milano, Book Time, 2008, € 16. ISBN 978-88-6218-110-5.
Il libro può essere richiesto all'editore: www.booktime.it, è disponibile presso numerosi siti di vendita per corrispondenza o si può richiedere al proprio libraio che lo procurerà in pochi giorni.
In questi quaderni il buffone annotava giorno per giorno quanto avveniva a corte:
gli arrivi e le partenze di personaggi famosi (artisti, letterati e uomini politici dei quali si colgono talvolta aspetti inediti della loro vita), le feste, gli eventi politici e militari, nonché la piccola cronaca quotidiana, sia “nera”, sia “rosa”.
Naturalmente grande spazio è riservato alle vicende private del buffone, attraverso le quali è stato possibile ricostruire minutamente la sua vita familiare, in cui spiccano i rapporti con il fratello Dionigi (celebre letterato e filologo del tempo), quelli, spesso tempestosi, con la seconda moglie, i figli e le numerose amanti, le sue continue ed assillanti preoccupazioni economiche, gli scherzi, anche crudeli, che venivano operati ai suoi danni o da lui a carico di altri.
Il libro traccia un quadro nitido e preciso sia della sua vita privata, sia di quella vivace e fastosa di una delle corti più splendide del nostro Rinascimento, la stessa che soltanto pochi decenni prima aveva fatto da sfondo allo straordinario affresco de Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione.
Il tutto però visto “dal basso”, attraverso lo sguardo di una figura umile, contraddittoria ed affascinante.
Introduzione dell'autore
Nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma e nella Biblioteca Comunale di Urbania sono conservati alcuni manoscritti dovuti a un uomo che esercitò il mestiere di buffone alle dipendenze del duca d’Urbino Guidobaldo II Della Rovere intorno alla metà del XVI secolo.
Questi manoscritti, in tutto sei, sono relativi agli anni che vanno dal 1539 al 1564.
Di altri diari (almeno otto, come si può dedurre dalle parole dello stesso giullare) relativi ai periodi mancanti non abbiamo trovato traccia nonostante lunghe ricerche. Con ogni probabilità sono andati perduti ma, ove ciò non fosse, saremmo grati a chiunque potesse fornirci notizie in proposito.
Sulla base di questi taccuini e di altri documenti dell’epoca, abbiamo cercato di ricostruire la vita privata del buffone e quella pubblica della fastosa corte roveresca.
Il procedere di questo lavoro è stato per noi un’esperienza di straordinario interesse, anche se al momento d’intraprenderlo ci è parso impresa del tutto simile al voler cavare sangue da una rapa, cosa proverbialmente impossibile.
I diari, infatti, nella loro integrità sono una materia in buona misura grezza e monotona, spesso più simili a un libro di conti infarcito di quotidiane banalità, piuttosto che a un diario modernamente inteso.
Purtuttavia, man mano che il volume si veniva formando, ci è sembrato in più momenti di provare le sensazioni di chi maneggia i tasselli di un mosaico, che sono insignificanti se presi uno ad uno, ma una volta composti possono risultare di straordinaria bellezza.
L’interesse che ne scaturiva è determinato anche dal fatto che il buffone è vissuto in un’epoca di grande interesse: la sua parabola vitale è infatti collocata fra gli ultimi anni di vita di Leonardo da Vinci (morto nel 1519) e la nascita di Galileo Galilei (1564).
In questa straordinaria epoca operarono giganti del pensiero quali Erasmo da Rotterdam, Machiavelli, Guicciardini, Copernico, Lutero, Tommaso Moro, letterati ed artisti quali Rabelais, Ariosto, Tiziano, Dürer, Michelangelo, Cellini.
La scena politica era dominata da sovrani come Carlo V d’Asburgo, Francesco I di Valois, Enrico VIII d’Inghilterra e Solimano il Magnifico.
Questa, infine, è anche l’epoca delle grandi scoperte geografiche che allargheranno i confini del mondo in misura mai immaginata prima.
Il lettore tuttavia non si attenda straordinarie rivelazioni e nemmeno notizie clamorosamente inedite da queste pagine, bensì la ricostruzione diligente e minuziosa di una quotidianità in cui lo scorrere del tempo procede lasciandosi alle spalle piccole cose ripetute in una circolarità fatta di luce riflessa.
Della sua persona invece quasi nessun altro documento del tempo parla, nessuno, oltre a lui, si prende la briga di annotare i piccoli avvenimenti e delle grandi tragedie che ne scossero l’esistenza.
Il nostro sforzo è consistito proprio nell’effettuare un rovesciamento dei ruoli, facendo assurgere al ruolo di protagonista la sua figura emarginata e negletta, seguendola passo passo mentre viveva ore talvolta liete e talaltra travagliate all’ombra di uomini più importanti di lui e, loro sì, destinati a lasciare un segno nella storia.
È nostra convinzione, infatti, che la sua vicenda susciti interesse di per sé e non soltanto perché può consentirci di riscrivere in qualche misura una pagina di storia relativa alla vita dei “grandi” uomini osservati dal punto di vista “basso” di uno dei loro più umili servitori.
Va detto tuttavia che il periodo coperto dai diari non è particolarmente ricco di momenti importanti per la vita di corte e per tale motivo è stato trattato con una certa sommarietà dagli storici, il che, se da una parte ci ha offerto poche occasioni di confronto con le loro tesi, dall’altra ci ha consentito di gettare luce su avvenimenti poco noti.
Egli infatti ha tenuto a premettere ai suoi scritti queste parole: “Il tutto ho scritto di somma verità, non scrivirei una bugia per quanto oro ho visto al mondo”.